domenica 21 settembre 2014

TAKE THE A TRAIN-MAURO LIUZZI

Take the A Train

Si tratta di uno Standard Jazz composto da Billy Strayhorn nel 1938. Il suo titolo fa riferimento e si ispira alla linea “A” della Metropolitana di New York, che in quel tempo portava da Eastern Brooklyn fino ad Harlem ed alla parte settentrionale di Manhattan, mettendo in comunicazione quelli che all'epoca erano i più popolosi quartieri di colore, Bedford Stuyvesant e Harlem.
Strayhorn disse di aver scritto anche un testo per il brano,ma questo fu registrato per la prima volta con parole composte dai Delta Rhythm Boys. L'Orchestra di Duke Ellington usò invece le parole create da Joya Sherrill, che a 17 anni (nel 1944) compose il testo nella sua casa di Detroit ascoltando la canzone alla radio. Suo padre, un noto attivista della comunità afroamericana di Detroit, organizzò un incontro con Ellington, che (favorevolmente impressionato da Joya) la assunse come cantante ed adottò il suo testo per Take the A Train. Nell'Orchestra, il cantante che interpretò più spesso questo brano fu il trombettista Ray Nance, che aggiungeva spesso numerosi Chorus in stile “Scat”, e che fu anche l'autore dell'assolo nella prima registrazione.

Divenne il pezzo di punta di Duke Ellington e spesso era il primo brano eseguito da Ella Fitzgerald nei suoi concerti.
Sull'Album di Ellington del 1962 con John Coltrane, fu eseguita una composizione che riprendeva il titolo di questo Standard, “Take The Coltrane”, un gioco di parole scherzoso sul titolo del brano e il soprannome di Coltrane, “Trane” appunto !


Il film

“Take the A Train” è stata la colonna sonora di un celebre film del 1987 di Woody Allen: “Radio Days”. In questa pellicola il regista ritrae con la lente rosa della nostalgia gli Anni d'Oro della Radio, i fatidici anni '30. Era il tempo in cui la Televisione non esisteva ancora e il mezzo Radiofonico faceva discutere e sognare: voci, suoni, musiche, univano un mondo ormai lontano. A presentarcelo, la voce fuori campo di Allen (che nel film non compare fisicamente), attraverso i ricordi dell'infanzia e con un pizzico di sottile umorismo, tanto caro al regista newyorkese.
Pellicola autobiografica, Radio Days viaggia su due binari: il primo rievoca momenti di vita familiare di Allen, il secondo ripercorre gli anni magici della radio attraverso divi e generi allora in voga. Si va dall'invasione aliena suscitata da una nota trasmissione di Orson Welles agli sceneggiati d’avventura, dall’annuncio del bombardamento di Pearl Harbor alla tragedia di una bambina caduta in un pozzo seguita in diretta, dallo sport alla musica. Joe (il giovane Allen impersonato da Seth Green), figlio di una famiglia ebrea che vive a Rockaway Beach, nella zona residenziale di Queens, sogna ad occhi aperti ascoltando un programma radiofonico incentrato sulla storia di un surreale personaggio:“Il vendicatore mascherato”. A lui si uniscono gli altri componenti della famiglia che tra canzoni e letture di romanzi abbandonano la realtà per riapprodarvi Sono 97 i personaggi parlanti nel film ma l’autore punta l’attenzione su zia Bea (Dianne Wiest), alla disperata ricerca di un marito e, fuori dal contesto familiare, Sally White una sigaraia nonché aspirante stella della radio (Mia Farrow). Una ragazza che prima tenta di sfondare come cantante e poi, concendendosi a uomini importanti, finisce col cantare in uno spot per lassativo. Storie, personaggi, brani musicali (ben 93 presenti nella pellicola) che attraversano il periodo che va dagli anni ’30 alla notte del Capodanno 1944. Un momento in cui il mondo stava per cambiare, la guerra stava per finire e così anche la vecchia radio con i suoi divi. Radio Days si chiude con la strepitosa performance di Diane Keaton, che canta "You' d Be So Nice to Come Home to" di Cole Porter, mentre altri divi sono riuniti sul tetto di un grattacielo di Times Square per salutare gli anni d’oro della Radio.


La musica

Testo

You must take the A Train
To go to Sugar Hill way up in Harlem
If you miss the A Train
You'll find you've missed the quickest way to Harlem
Hurry, get on, now, it's coming
Listen to those rails a-thrumming (All Aboard!)
Get on the A Train
Soon you will be on Sugar Hill in Harlem

La canzone attualmente è annoverata tra gli Standards Jazz più famosi ed eseguiti. E' anche contenuta nella raccolta ufficiale degli Standards Jazz, il Real Book.

Con una struttura accordale reminiscente della canzone “Exactly like You”, questo standard combina lo Swing propulsivo degli anni Quaranta con la sofisticazione di Duke Ellington: il testo allude all'élite di colore che al tempo abitava Sugar Hill ad Harlem. La forma è quella consueta AABA, ed ogni sezione è un distico: un primo tema melodico esposto (A) seguito dalla sua ripetizione (A'), poi nella parte centrale un secondo tema (B) seguito per concludere dalla riproposta del primo tema (A).





































ROUND MIDNIGHT-MAURO LIUZZI

Round Midnight

“Round Midnight” è uno Standard Jazz composto da Thelonious Monk, Cootie Williams e Bernie Hanighen. Si tratta di uno degli Standard più noti ed eseguiti in assoluto, e sondo molti interpreti, anche uno dei più difficili, sia per la bellezza e la difficoltà espressiva del tema, sia per l'insolito giro armonico. Non sono rare le esecuzioni in cui la parte improvvisata è omessa e il brano viene eseguito quasi come una composizione classica. La composizione è datata 1944, ma si pensa che Monk nel 1936 ne avesse già scritta una versione intitolata “Gran Finale”. Monk registrò il pezzo più volte in prima persona nel corso di molti decenni, pare iniziando con una registrazione con l'Orchestra di Dizzy Gillespie nel 1946. Gillespie aggiunse alla composizione una introduzione e una cadenza finale (con variazioni) che furono poi adottate anche da Monk e tuttora vengono eseguite nella maggior parte delle performance. Si può dire che nessun musicista Jazz abbia evitato di confrontarsi con questo brano.

Il film

“Round Midnight”, nella traduzione italiana “A mezzanotte circa”, è un Film del 1986 diretto da Bertrand Tavernier. Il film ha vinto un discreto numero di premi, tra cui l' Oscar alla migliore Colonna Sonora, nell'edizione del 1987. Ispirata alla vita dei jazzisti Lester Young e Bud Powell, l'opera ha come vero protagonista la Musica Jazz.
“Round midnight”significa “Intorno alla mezzanotte” e indica l'ora magica, che ogni appassionato di jazz conosce, quando in un jazz club notturno si celebra il rito di una musica particolare.
Scandito sapientemente su una serie di esecuzioni musicali, il film racconta una resurrezione artistica che culmina in un'apoteosi, una specie di morte e trasfigurazione nel Pantheon della musica. Tradito da qualche lentezza e da un pizzico di commozione non trattenuta, il regista ha trovato quasi sempre la semplicità, la concretezza e la grazia connaturale al tema. E Dexter Gordon, sia quando suona che quando recita (ma il termine recitare è improprio, siamo ai limiti del cinema-verità), si rivela paziente, sapiente e inafferrabile come ogni artista autentico.

La musica

L'esecuzione standard è a tempo molto lento, con un andamento libero e notturno che si presta a molte variazioni ed abbellimenti, soprattutto nelle esecuzioni pianistiche. La tonalità è minore e l'andamento del tema presenta numerosi cromatismi che producono gli effetti di scordatura tipici delle composizione di Monk.
La firma del brano è indubbiamente costituita dall'arpeggio in semicrome seguito dalla minima puntata. Questo motivo è quasi invariabilmente citato anche nelle (non infrequenti) esecuzioni che deformano il tema fino all'irriconoscibilità ed è sufficiente ad identificarlo. La frase è completata da una coda discendente e questo motivo di due battute viene ripetuto 3 volte (con variazione della coda) trasponendolo di un intervallo di quarta ascendente. La parte A si chiude con una cadenza discendente che (nel ritornello) risale alla tonica. La parte B è costituita dalla ripetizione antifonale di un motivo di due battute seguito ancora da due cadenze discendenti.




































MY FAVOURITE THINGS-MAURO LIUZZI

My Favourite Things

“My Favourite Things”(nella traduzione italiana, “Le mie cose preferite”) è una canzone composta da Richard Rodgers e Oscar Hammerstein per il Musical “The Sound of Music”. Nella prima versione teatrale messa in scena a Broadway nel 1959, il brano veniva cantato da Mary Martin, mentre nella versione cinematografica del 1965 viene cantata da Julie Andrews. Nella versione italiana del Film, la canzone ha per titolo “Le cose che piacciono a me” ed è cantata da Tina Centi.


Il film
La canzone è colonna sonora del Film del 1965 “The Sound of Music”, conosciuto in Italia come “Tutti Insieme Appassionatamente”. Julie Andrews vi interpretava una giovane novizia incaricata di fare da governante ai sette figli del vedovo capitano Von Trapp, nell'Austria appena aggredita dalla Germania. Maria è un'orfana allevata in un convento, è diventata novizia e sta studiando per diventare una suora; le altre consorelle, però, hanno seri dubbi sulla reale vocazione della ragazza, che ama anche cantare e ballare ed è spesso indisciplinata. Per metterla alla prova, la madre superiora decide di mandarla come governante dei sette figli (5 ragazze e 2 ragazzi) di un vedovo, già comandante della Marina Imperiale Austriaca, il Comandante Georg Ritter von Trapp. I sette bambini (Liesl, Friedrich, Louisa, Kurt, Brigitta, Marta e Gretl) dimostrano la loro ostilità nei confronti della nuova istitutrice - la dodicesima - ma dopo una serata in cui si rifugiano nella camera di Maria perché impauriti da un temporale, i loro sentimenti per la novizia cambiano radicalmente.

Tutti insieme appassionatamente è stato candidato a 10 Oscar, vincendone 5: miglior film, miglior regia, miglior colonna sonora, miglior montaggio e miglior sonoro.

La musica
Divenuta quasi subito popolarissima come canzone natalizia e registrata innumerevoli volte da famosi artisti,”My Favorite Things”divenne ben presto anche uno Standard Jazzsoprattutto ad opera del celebre sassofonista John Coltrane, che ne fece il proprio cavallo di battaglia agli inizi degli Anni Sessanta. Fra tutte le versioni cantate, spicca quella di Al Jarreau.
Il brano, di struttura ritmica ternaria, si districa in una prima parte minore seguita da una seconda parte in maggiore, dove la linea melodica non differisce di molto dalla prima. Questo è uno degli aspetti accattivanti di questa canzone. Coltrane, dal canto suo, sviluppa un solo modale sulla ripetizione ostinata della parte in minore e lascia all'estro del pianista McCoy Tyner un lungo groove sul maggiore per poi riprendere il tema. In Italia è usato come colonna sonora del popolare programma radiofonico Fahrenheit (Radio 3) che tra le sue peculiarità, presenta “My Favorite Things” in centinaia di versioni e arrangiamenti diversi.
Inoltre è accertata l'esistenza in totale di ben 45 versioni di questa canzone, incise da Coltrane in concerto. Le versioni sono diversissime tra loro e con il corso degli anni si allontanano sempre più dalla versione originale. Coltrane utilizzava il "canovaccio" del pezzo per improvvisare a ruota libera, dando sfogo alle sue emozioni del momento, ritornando talvolta sulla melodia di Rodgers & Hammerstein, per poi abbandonarla di nuovo, in un’esplosione di trilli, gorgheggi, assoli impazziti, e poi riprenderla ancora, e così via fino ad arrivare a versioni sempre più estese e dalla durata impressionante.


























As Time Goes By - MAURO LIUZZI 

Herman Hupfeld scrisse la canzone “As Time Goes By” nel 1931 per il musical di Broadway “Everybody's Welcome”. Nello spettacolo originale, veniva cantata da Frances Williams. È stata poi interpretata e registrata quell'anno da diversi artisti, tra cui Rudy Vallee.
La canzone venne successivamente utilizzata nel 1942 come colonna sonora del film Casablanca, cantata da Dooley Wilson e accompagnata al pianoforte da Elliot Carpenter. Lungo tutto il film echeggiava la sua dolce melodia come un vero e proprio leitmotiv, attraverso l'interpretazione scenica del personaggio di Sam.
Il film della durata di circa 102 minuti, con la regia di Michael Curtiz e distribuito da Warner Bros, è una delle pellicole Hollywoodiane più celebri di tutti i tempi nel genere romantico e drammatico ed è tratta dall'opera teatrale “Everybody Comes to Rick's” di Murray Burnett e Joan Alison.


Il film
S'incontrano nel principale porto del Marocco nel 1941 poliziotti francesi, spie naziste, fuoriusciti antifascisti, avventurieri di rango, piccoli sciacalli.
L'americano Rick Blaine, proprietario di un bar, aiuta Ilsa, la donna che amava (e ama ancora) e suo marito, perseguitato politico, a lasciare in aereo la città. Film mitico sul quale il tempo sembra non avere presa, oggetto di culto per le giovani generazioni di mezzo mondo, amalgama perfetto di toni, generi, archetipi e stereotipi dell'immaginario collettivo, memorabile galleria di personaggi grandi e piccoli. È la più sottile opera di propaganda antinazista realizzata durante la guerra e la più decisiva eccezione alla teoria del cinema d'autore. Ebbe 3 Oscar (film, regia, sceneggiatura). Uscì in Italia verso la fine del 1945 in una versione censurata nei dialoghi per opera di qualche funzionario, presumibilmente ex fascista: eliminati i riferimenti ai fascisti italiani e tolto il personaggio del capitano Tonelli che all'aeroporto fa il saluto romano.


La musica
Il famoso verso di apertura della canzone, "You must remember this..." ("Devi ricordare questo..."), è in realtà l'apertura del ritornello della canzone per com'era stata originariamente scritta ed eseguita. Wilson, però, non cantò la strofa precedente nel film Casablanca, e la maggior parte delle registrazioni successive hanno seguito questo modello. Questa prassi esecutiva ha reso la strofa mancante virtualmente sconosciuta alla maggior parte degli ascoltatori.
Oltre all'American Film Institute che l'ha inclusa come numero 2 nella sua lista delle 100 migliori canzoni dei film, la National Public Radio l'ha inclusa nel suo NPR 100, la lista del 1999 delle opere musicali statunitensi più importanti del Ventesimo secolo.

La canzone attualmente è annoverata tra gli Standards Jazz più famosi ed eseguiti. E' anche contenuta nella raccolta ufficiale degli Standards Jazz, il Real Book. Questo non significa che sia stata composta per il jazz, anzi, come tante altre canzoni e musiche, sono divenute popolari attraverso il cinema e si sono poi prestate alle diverse interpretazioni e ai più originali arrangiamenti dei musicisti del jazz.

La struttura della canzone è quella tipica della Ballad : un primo tema melodico esposto (A) seguito dalla sua ripetizione con la chiusura finale differente (A'), poi nella parte centrale un secondo tema (B) seguito per concludere dalla riproposta del primo tema (A).
La canzone è stata interpretata da diversi artisti, tra cui Billie Holiday, Engelbert Humperdinck, Bing Crosby, Perry Como, Frank Sinatra, Harry Nilsson, Louis Armstrong, Tony Bennet, Jane Monheit, Chet Baker, Bryan Ferry, ecc.